O...come Osteoporosi

Ho l’osteoporosi. È un’affermazione che si sente – anche se non così frequentemente- per strada, o al supermercato, pronunciata da uomini e donne non più giovanissimi ma ancora attivi e indipendenti. Sono, infatti, circa 200 milioni le persone nel mondo affette da osteoporosi, una malattia come dice la parola stessa, caratterizzata dalla porosità delle ossa, dovuta a una progressiva perdita di calcio, il principale componente delle ossa, che, se manca, espone lo scheletro a debolezza, ridotta resistenza e maggiore rischio di frattura. Solo nell’Unione Europea, questa affezione causa una frattura ogni trenta secondi. L’osteoporosi, insomma, è un problema che non va sottovalutato. Anche se fa obiettivamente meno paura rispetto ad altre patologie, le sue conseguenze possono essere drammaticamente serie. Il sesso forte si ammala di osteoporosi  ma i dati scientifici parlano chiaro: le donne soffrono di questa patologia quattro volte di più rispetto agli uomini. I motivi sono diversi: in primo luogo l’apparato scheletrico femminile è più esile rispetto a quello maschile, quindi anche più fragile. Poi, la donna vive mediamente più a lungo, quindi il suo scheletro è più soggetto al naturale deterioramento dovuto all’età. Il principale fattore di rischio, però, è legato alla fine del ciclo della fertilità ovvero alla menopausa. Altri fattori di rischio sono l’età, la razza e la familiarità. I soggetti di razza caucasica (come gli europei e i nordamericani) o asiatica sono maggiormente predisposti alla fragilità ossea e quindi alle fratture. Le popolazioni africane sono geneticamente dotate di una massa ossea più robusta e sono soggette a una minore perdita di tessuto osseo. L’età è responsabile nella misura in cui il passare del tempo diminuisce, progressivamente, la massa ossea. La probabilità di ammalarsi di osteoporosi dipende dalla massa ossea raggiunta tra i venti e i trent’anni e dalla velocità con cui la si distrugge in seguito. Maggiore è il picco di massa ossea, maggiore è la quantità di tessuto osseo che il nostro corpo tiene “di riserva”, e meno probabilità si avrà di ammalarsi in seguito. Costruire dunque delle ossa sane e robuste durante gli anni dell’adolescenza e adottare tutte le misure che favoriscano la salute dell’osso sono le armi per prevenire l’osteoporosi. Anche un’eccessiva magrezza o calo eccessivo di peso sopra i 25 anni possono essere determinanti per l’insorgenza della malattia. L’età, il genere e la familiarità sono i primi fattori di rischio da dover indagare ma anche l’abuso di bevande alcoliche, scorrette abitudini alimentari e fumo possono essere determinanti per l’insorgere della patologia. E’ una malattia insidiosa perché non dà alcun sintomo della propria presenza e, quindi, l’unico mezzo per individuarla, è sottoporsi regolarmente a controlli specialistici che hanno l’obiettivo di evidenziare o escludere la presenza della malattia. Fare una diagnosi precoce e mettere in atto una strategia di prevenzione e cura specifica restano le migliori armi che si hanno a disposizione.
TRATTAMENTI E SUPPORTI ORTOPEDICI PER NON RINUNCIARE AL MOVIMENTO
L’osteoporosi è una malattia pericolosa perchè agisce di sorpresa ed avanza come un ladro che, in silenzio, aggredisce le ossa rendendole vulnerabili e fragili, con conseguenze devastanti e spesso invalidanti.  Un’ alimentazione scorretta, l’età avanzata e la pigrizia sono i primi complici della malattia. Un’attività fisica costante e il movimento settimanale possono essere invece dei validi alleati per mantenere “l’osso in salute”. La sedentarietà è nemica della salute dell’osso. Lo scarso movimento favorisce la perdita di calcio da parte delle ossa, mentre il movimento, soprattutto quello che prevede un certo carico sulle ossa, favorisce lo sviluppo e il mantenimento della massa scheletrica. Non è un caso che gli atleti abbiano un’ossatura molto più robusta rispetto ai sedentari. Per mantenere sane le proprie ossa non è necessario fare sport a livello agonistico: basta muoversi un po’ tutti i giorni. Le attività migliori sono quelle che comportano un certo carico sull’ossatura e che prevedono un impatto con il terreno. Sì, quindi, a corsa leggera, bicicletta, saltelli. Il ballo è l’ideale perché diverte, dà armonia a tutta la muscolatura e prevede un carico non eccessivo ma ritmico e continuato e questo avviene soprattutto nei balli latino americani. Andare a ballare due o tre volte la settimana è un ottimo esercizio, mentre negli altri giorni una camminata di buon passo, che duri almeno 45 minuti, è un modo semplice per prendersi cura delle proprie ossa.
Per questo è importante affidarsi a degli esperti che possono consigliare per ciascuno una attività sportiva idonea, tenendo conto dell’analisi del corpo, della muscolatura e dell’età. Quando però l’osteoporosi si è già manifestata è ancora più importante affidarsi a valenti professionisti che possono consigliare un’attività fisica adeguata. Sì, perché se l’attività fisica è un importante fattore preventivo, è anche un abile alleato per contrastare l’osteoporosi e poterla fare regredire; basta non assumere posture sbagliate durante la realizzazione degli esercizi o avere supporti adeguati.


Pubblicato in:     Medicina  
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